Le nuove direttive, in sintesi, dovrebbero garantire una maggiore trasparenza sugli acquisti e dilateranno di fatto il periodo per poter esercitare il diritto di recesso. Si passerà infatti dagli attuali 10 giorni dal ricevimento della merce, ai 14 giorni, e nell'eventualità che il consumatore, entro tale termine, porti a conoscenza la propria volontà di restituire l'acquisto al venditore, avrà altri 14 giorni per la restituzione di fatto.
II venditore, una volta ricevuta la notifica di recesso, avrà solamente 14 giorni di tempo (contro i 30 attuali) per effettuare il rimborso del denaro, anche se non ha materialmente ancora ricevuto fisicamente l'oggetto della compravendita.
Il nuovo "cursus" segna un passo avanti anche nella direzione della trasparenza si è detto: il titolare del negozio online inoltre deve rendere chiari i costi che il consumatore deve sostenere per l'eventuale restituzione della merce, in caso contrario il costo della restituzione sarà inteso come interamente a carico del venditore. Non solo, con l'entrata in vigore le nuove direttive dovrebbero redarguire economicamente coloro che ricorrono spesso e volentieri alla pratica delle opzioni aggiuntive selezionate di default (prassi piuttosto comune nella vendita di biglietti aerei online e più in generale nei motori di ricerca di viaggi online ). Ogni opzione dovrà essere esplicitamente aggiunta dall'utente, e non più selezionata automaticamente dal sistema.
Nuova sterzata anche per i cosidetti "contratti a distanza", ossia quelli che si stipulano all'esterno di un esercizio commerciale, quali ad esempio le vendite telefoniche o via catalogo. In questi casi, la realizzazione della vendita si attua completamente solo se il venditore ha sottoposto al consumatore una firma cartacea.
Le sanzioni per coloro i quali non rispetteranno le nuove norme si preannunciano piuttosto pesanti per i piccoli venditori: da un minimo di 5.000€ fino a 50.000€ nei casi ritenuti particolarmente gravi. Quello che sorge spontaneo chiedersi rimane tuttavia se per i grossi colossi del settore tali sanzioni siano sufficienti per farli desistere da pratiche che in diversi casi si sono dimostrate molto lucrose.