Monsanto si è imposta nel mercato mondiale come leader della biotecnologia agraria, diventando il più̀ grande produttore al mondo di sementi OGM. Ora, per fronteggiare il calo dei profitti, si appresta ad una nuova rivoluzione: diventare un’azienda informatica, facendo fruttare la grande quantità di dati seminati nei suoi immensi database, rielaborandoli e vendendoli. La campagna comunicativa della multinazionale americana ci suggerisce che l’obiettivo è aiutare gli agricoltori a fronteggiare i cambiamenti climatici, proponendo l’unione di forze tra informatica e scienza genetica: ebbene, a che prezzo?
E' ormai credenza collettiva, rafforzata dalla miriade di telefilm di matrice poliziesco-criminale d'oltreoceano in tema, che l'anonimato su internet sia un obiettivo raggiungibile solo da ristrette comunità di hacker cervelloni e nerd (termine tanto in voga ora), perciò fuori dalla portata della maggior parte dei navigatori distribuiti tra i 5 continenti.
Lo scenario sta mutando. Superficialmente possono sembrare schermaglie o capricci del mercato, in realtà rispondono a una logica più vasta, di posizionamento sullo scacchiere geo-politico internazionale. I colossi del web rappresentano un avamposto strategico di alcuni stati nazionali, essendo in grado di aggirare le barriere ordinarie grazie alla loro fluidità e capacità di diffusione capillare. Alleati preziosi, quindi.
La rivista ‘Time’ l’ha definita una delle 10 idee che cambieranno il mondo: stiamo parlando della sharing economy, un modello economico che si basa sulla condivisione di risorse private attraverso i social media e i portali web. Il principio di fondo consiste nel mettere a disposizione i propri beni e servizi direttamente sul mercato, affrancati da molte delle problematiche del rischio imprenditoriale. Una grande porta aperta che conduce all’arena del tutti contro tutti, dove ognuno è un potenziale concorrente e cliente. Non stupisce che questa idea abbia avuto i suoi albori negli Stati Uniti, terra per eccellenza dei self-made-men - di cui questo nuovo modello rappresenta un’ulteriore, e più estesa, evoluzione.
Il 18 novembre scorso l’organizzazione no profit EFF (Electronic Frontier Foundation) ha annunciato che nel 2015 renderà disponibile, gratuitamente, un nuovo processo standard chiamato Let’s Encrypt. Questo permetterà di proteggere i siti web ed altre applicazioni online, rendendole meno violabili da cyber attacchi. La notizia, di importanza strategica, si inserisce all’interno del dibattito sulla privacy: da un lato ci sono le aziende tecnologiche, che cercano di proteggere i dati sensibili dei propri utenti con la crittografia; dall’altro i governi, che vorrebbero un accesso più libero a queste informazioni, per stanare terroristi e criminali.
Google sta puntando ad un nuovo obiettivo strategico: i bambini. E’ notizia recente che la multinazionale di Mountain View stia preparando un nuova versione dei propri prodotti online, pensata per i ragazzi sotto i 13 anni. Non si hanno ancora notizie precise in merito, se non alcune dichiarazioni generiche da parte dei responsabili del progetto. Da quello che trapela, oltre ad una differente versione del motore di ricerca, sarà interessato anche Youtube. Questa svolta potrebbe dipendere del fatto che la nota piattaforma di condivisione video sia, stando a recenti analisi di mercato, la più popolare in questa delicata fascia di età, più ancora dei concorrenti Facebook e Twitter, rappresentando così un’importante fetta di mercato per il colosso americano.
La cosiddetta “cura Mayer” inizia a far sentire i suoi effetti su Yahoo. Marissa Ann Mayer, attuale presidente e amministratrice delegata, carica che ricopre dall’estate 2012, può ritenersi soddisfatta dei passi in avanti che sta facendo l’azienda dai lei guidata. Ritenuta una delle donne più influenti e potenti del pianeta, questa fama le deriva da un lungo background nell'ambito dell'IT, oltre che dalle sue capacità organizzative e manageriali: la prima ingegnere donna assunta da Google, nella sua carriera ha contribuito allo sviluppo di Gmail, Google Earth e Google Maps. 
Chiunque possieda un’attività artigianale, industriale o commerciale si sarà sicuramente posto l’interrogativo di come ampliare il proprio business, la propria clientela o migliorare il proprio marketing attraverso la rete. L’avvento dei social networks e dei canali di condivisione di materiale audio-visivo ha sicuramente facilitato coloro i quali devono soddisfare tali esigenze senza investire il proprio denaro, in maniera veloce e senza necessariamente possedere conoscenze tecniche di sorta, ridimensionando di fatto l’esigenza di creare un sito personale per la propria attività.
Arriva anche in Italia Kindle Unlimited, l’offerta di Amazon che permette ai lettori di usufruire senza limiti di un catalogo contenente migliaia di e-Book. Questo servizio, lanciato lo scorso luglio nel mercato americano, dà la possibilità di accedere con un costo di 9.99 euro al mese ad un pacchetto di oltre 700.000 titoli di cui, tuttavia, solo 15.000 in Italiano.
Possiamo definirla la “guerra dei libri”, altro capitolo dello scontro che vede coinvolti i colossi del Web. Questa volta l’oggetto del contendere riguarda il prezzo degli e-book a cui Amazon vorrebbe applicare uno sconto maggiore, riducendo così il ricavo degli editori. La sfida è stata lanciata dalla casa editrice Hachette, nella cui homepage possiamo leggere i termini dello scontro. In sostanza l’accusa rivolta ad Amazon è di volere un accordo che per l’etichetta francese sarebbe un suicidio.
Non è un mistero che nello scacchiere di politica internazionale, oltre ai governi nazionali e le tradizionali multinazionali, rientri una nuova categoria di soggetti, attivi ed influenti: i colossi del web. Queste realtà transnazionali, per quanto ampiamente note, sono ancora difficili da inquadrare nella loro spinta lobbistica. Questo è dovuto anche alla loro struttura “fluida” che li porta ad agire su un fronte, il web, nel quale vigono leggi ancora in fase di definizione, con molti vuoti normativi che rendono più semplici operazioni “corsare” e spregiudicate.
Mentre il colosso americano si appresta, con Nexus 6 e 9, a rispondere ai nuovi modelli MacBook, iMac e iPad, una nuova strategia aziendale si sta sviluppando all'ombra della danza di annunci e sgambetti tra Google e Apple.
Romanzi come 1984 e Fahrenheit 451, scritti all’indomani della seconda guerra mondiale e dell’ascesa dei regimi totalitari, ci danno descrizioni visionarie di mondi altamente tecnologizzati. Le vicende vengono collocate in un ipotetico futuro dove ogni diffusione di sapere ed informazioni è strettamente controllata, sotto la parvenza di una società equilibrata, libera di poter continuare i propri riti quotidiani.
In molti portali dai quali possiamo scaricare i più svariati software freeware (gratuito) e shareware (in prova) da qualche tempo ormai si annidano una serie di programmi malevoli e indesiderati (malware) che, a lungo andare, non solo rallentano e di fatto impediscono la normale funzionalità del nostro PC, ma nella peggior delle ipotesi costituiscono anche un tramite per divulgare a terzi le nostre più svariate informazioni, da quelle inerenti alle nostre identità virtuali fino ad arrivare alla sottrazioni di dati e documenti piuttosto riservati e preziosi.
Quando parliamo di identità digitale si intende l’insieme delle caratteristiche essenziali ed uniche di un soggetto che permettono di identificarlo (come ad esempio nome, cognome, foto personali, numero di indirizzo IP,ecc...). Il furto di uno di questi elementi si configura come crimine se provoca un danno a chi lo subisce o un vantaggio a chi lo esegue.  Numerosi sono i casi di furto che coinvolgono la sicurezza della rete italiana e non mancano i casi in cui vengono coinvolte persone famose, come è successo ad esempio allo scrittore Andrea Camilleri, vittima di un furto d’identità virtuale su Facebook, con tanto di prese di posizioni, giudizi ed aforismi non appartenenti all’autore.
Il noto software open source per la crittografia True Crypt non verrà aggiornato. Gli sviluppatori hanno comunicato che non è sicuro in quanto può contenere vulnerabilità non risolte e invitano pertanto a utilizzare BitLocker, software già integrato nei sistemi operativi Microsoft a partire da Windows Vista.
In seguito alle vicende che hanno portato nelle scorse settimane alla diffusione in internet di fotografie private, conservate su iCloud, di famose attrici e modelle, la Apple ha reagito con una lettera aperta da parte del CEO, Tim Cook, nella quale viene chiarita la politica da parte dell’azienda in termini di privacy e gestione delle informazioni personali, negando che l’accaduto possa essere scaturito da una violazione dei suoi sistemi di sicurezza.
Mancava solo la conferma ufficiale: eBay finalmente annuncia di essere stata oggetto di un attacco cracker che ha riguardato un discreto database contenente i dati sensibili dei propri utenti. La società della piattaforma web di compravendite online più famosa al mondo si è però affrettata di sottolineare come non siano stati trafugate informazioni relative ai dati finanziari dei propri clienti, e come l'attacco sia stato tutto sommato di modeste dimensioni, coinvolgendo un numero limitato di persone.
Ormai era nell'aria da molto tempo, e di proroga in proroga, Microsoft è di fatto giunta al pensionamento di uno dei sistemi operativi più longevi e riusciti di sempre: Windows Xp. Dal giorno 8 Aprile infatti la casa di Redmont ha sospeso ufficialmente il supporto a Windows Xp, dopo più di 12 anni di vita. Ma cosa succede ora a chi ha ancora Xp? Al momento dell'accensione del proprio pc non potrà più operare come ha fatto finora?
Novità in arrivo per tutti coloro che hanno familiarità con il mondo dell' e-commerce: a partire dal prossimo 13 giugno entreranno a regime il nuovo insieme di regole stabilite dalla direttiva europea 2011/83, approvata lo scorso 26 marzo. Lo scopo della direttiva è di definire delle regole analoghe per tutti i Paesi della zona Euro, offrendo inoltre maggiori garanzie per tutta la contrattualistica a distanza che abbia un valore superiore ai 50€.